NardoTrio – World Music
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NardoTrio nasce artisticamente nel maggio del 2012 come componente musicale del gruppo di narrazione veronese Il Nardo. Il Nardo è un olio balsamico orientale dal profumo molto intenso che il Trio, composto da Dario Righetti, Cristina Ribul Moro e Roberto Baba Alberti, decide di mantenere come denominazione per identificare la propria carriera musicale indipendente che prende avvio in quegli anni. La sensibilità dei componenti per la ricerca e l’adattamento di musiche popolari del mondo, diventa la base per una reciproca sintonia musicale e di amicizia che consolida il gruppo nella ricerca di un proprio originale adattamento delle sonorità multietniche.
Il primo esordio significativo del Trio avverrà due anni dopo, nell’Arena di Verona. E’ il 25 aprile 2014; all’evento Arena di pace e disarmo. Il Nardo Trio dà il benvenuto ed accoglie i 13.000 convenuti con brani musicali ebraici, balcanici e sud americani. Due giorni dopo incide il primo CD: Sani, cioè il saluto “stammi bene”, tratto dal dialetto del Comelico superiore, terra natale di Cristina. Un’incisione realizzata in presa diretta tutta in acustico.
Nei due anni successivi, il NardoTrio consolida la coesione del gruppo e si concentra nella ricerca musicale tratta dalla tradizione popolare balcanico-ebraica, da cui trova maggiore ispirazione artistica. Nel 2016 a maggio esce il 2° lavoro Piedi nudi; è certamente la carta d’identità del Trio, che trova la sua piena maturità andando in sala di registrazione, e da subito riscuote buon apprezzamento da parte della critica musicale.
E’ nei giorni della pandemia da Covid-19 che il NardoTrio comunica la pubblicazione del loro CD Piedi nudi nella nuova veste grafica e con un nuovo titolo: Klezmer and Balkan Folk Music.
Tutto questo grazie all’etichetta discografica Maxy Sound di Verona che ha voluto condividere questo nuovo progetto, finalizzato a promuovere l’offerta di cultura musicale.
Il nuovo Album del NardoTrio dal titolo Middle Eastern Folk Music prosegue la ricerca e l’esplorazione musicale in altri territori: Armenia, Palestina, Grecia, Kurdistan. I brani della tradizione popolare di quei paesi vengono rivisitati ed arrangiati dal gruppo in modo originale e coinvolgente. La ricchezza dei suoni e delle atmosfere è frutto anche della recente collaborazione con l’eclettico chitarrista Claudio Moro che in questo lavoro suona la Mandola Algerina, la chitarra e il basso. Ha esperienza pluridecennale come insegnante di strumento ed ha lavorato in numerosi produzioni discografiche.
Fanno parte della formazione NardoTrio:
Dario Righetti– Fisarmonica e voce. Direttore artistico del Trio. Da Maestro del canto, sa mettere sul fiato le parole perché escano in emozione. La sua sensibilità è frutto di una costante ricerca su suoni, parole, melodia e spiritualità nella musica. Il canto di Righetti affonda le radici nell’humus popolare nei canti del padre. Da più di trent’anni cantore nel Coro dell’Arena di Verona, ha fatto parte di diverse esperienze musicali che spaziano dalla musica popolare al canto d’Autore, dal mondo del tango di Piazzolla, fino alla musica ebraica popolare, liturgica e di altre tradizioni. Fisarmonicista di antica data sa spaziare agilmente nelle diverse tipologie musicali. La sua sensibilità musicale e le sue perizie vocali gli permettono di entrare in scena con giochi musicali d’improvvisazione che ne sottolineano la versatilità e la libertà espressiva.
Cristina Ribul Moro– Chitarra, ukulele e voce. La sua voce è una voce abitata dalle emozioni, piena di vitalità, modulata nel pathos delle diverse liriche e lingue. Attenta alla canzone come specchio dell’anima, da sempre è particolarmente sensibile alla ricerca etnica della canzone e della musica, accogliendone il principio conviviale come un modo di essere e di stare nel mondo.
Roberto Baba Alberti – Percussioni etniche e batteria. Baba, nome d’arte e per gli amici, nasce come percussionista. Si potrebbe dire che gli è connaturale sottolineare la vita con le percussioni. La mano leggera ed elegante gli permette di esprimere nei suoni la sua sensibilità musicale e la sua ricerca spirituale. Anche per Baba la musica è un linguaggio privilegiato per esprimere la sua tensione culturale e il suo impegno sociale: il suono delle sue percussioni infatti non è mai in distonia con il battito del cuore.